Cerca e trova immobili

SVIZZERAArmi svizzere al Sudan, il Seco vuole sapere la verità

05.07.04 - 20:45
Ti Press
Armi svizzere al Sudan, il Seco vuole sapere la verità

BERNA - Il rapporto dell'Istituto di studi internazionali di Ginevra HEI, in base al quale la Svizzera nel 2002 avrebbe esportato verso il Sudan armi leggere per 4,3 milioni di dollari, continua a suscitare polemiche. A Berna il Segretariato di Stato dell'economia (Seco) ha deciso di fare piena luce sulla vicenda.

"Vogliamo sapere in modo preciso la provenienza delle cifre", ha detto Othmar Wyss, responsabile del controllo delle esportazioni presso il Seco. Secondo le statistiche ufficiali, l'export verso il Sudan - dove la guerra civile ha già fatto oltre due milioni di morti - è infatti stato pari nel 2002 a soli 4'100 franchi.

I casi sono due: o i dati dell'istituto ginevrino sono sbagliati, oppure - ha detto Wyss - sono state esportate armi senza autorizzazione, ma si tratta di un'ipotesi poco credibile. "Non capiamo, ha aggiunto Wyss, perché gli autori dello studio non abbiano preso contatto con noi". Anche Raimund Kunz, ambasciatore svizzero in Sudan con residenza al Cairo, si è detto sorpreso: "non mi spiego la cifra di 4,3 milioni di dollari", ha affermato.

Il rapporto dell'HEI, illustrato alle Nazioni Unite mercoledì scorso, cita l'export di armi leggere svizzere verso il Sudan quali pistole, fucili d'assalto e lancia-razzi, ma non ne precisa gli acquirenti. L'istituto ginevrino ha fatto sapere oggi che lo studio si basa su cifre dell'ONU, le quali a loro volta si basano su dati diffusi dalle autorità sudanesi. "Non abbiamo raccolto noi stessi i dati statistici presso le autorità di Karthum", ha detto la responsabile delle pubblicazioni Tania Inowlocki. E non è escluso che le cifre comunicate dal Sudan siano errate, ha aggiunto una delle autrici, Anna Khakee.

ATS
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE