LUGANO - Mercoledì sera è stato l'ultimo appuntamento stagionale. Gli amici del Caffé pedagogico, riunito in Villa Carmine a Lugano, organizzato da "Comunità familiare" ha affrontato il tema dell'indebitamento giovanile. Una ventina le persone convenute, tra le quali Marco Capoferri, capo equipe dell'Ufficio famiglie e minorenni di Lugano e Debora Demeter, membro della Commissione federale per l'infanzia e la gioventù.
L'indebitamento giovanile ha subito un incremento drastico negli ultimi anni. I dati, peraltro paradossalmente provenienti dagli istituti di credito, dicono che il 30% dei giovani tra i 16 e i 25 anni spende più di quanto effettivamente ha a disposizione.
Marco Capoferri spiega il fenomeno visto dagli enti sociali
Dall'osservatorio privilegiato in cui si muove l'operatore sociale Capoferri si osserva l'aumento delle famiglie indebitate e sempre più minorenni che fanno fatica a gestirsi in modo responsabile. E gli assistenti sociali e gli esperti lanciano l'allarme. Gli assistenti sociali agiscono nella ricerca di attuare apporti educativi ai genitori e di aiutare giovani collocati fuori familgia e in genere di famiglie con difficoltà. Il fenomeno, come ha puntualizzato Capoferri "richiama precise responsabilità a livello educativo".
Le cause individuate
Negli ultimi anni le strategie pubblicitarie hanno spostato il loro target verso i più giovani. Insomma, si è capito chiaramente che i giovani, sin dalla tenera età influenzano fortemente la scelta di consumo dei genitori e sono quindi diventati l'obiettivo principe attraverso il quale il meccanismo pubblicitario cattura ampie fette di mercato. L'esempio forse più limpido lo si trova nelle strategie pubblicitarie delle compagnie di telefonia mobile che attraverso allettanti offerte, come per esempio 1.000 sms gratuiti "educano" i più giovani al consumo. Il telefonino è visto come mezzo indispensabile tra i giovani anche perché la TV, con i vari reality e trasmissioni invitano i telespettatori al televoto attraverso l'invio di SMS, naturalmente a pagamento.
Le raccomandazioni di Debora Demeter, membro della commissione federale per l'infanzia e la gioventù
Anche a livello federale, spiega Demeter, si osserva un abbassamento dell'età in cui ci si indebita e un incremento dell'entità dei debiti accumulati. L'esempio portato da Demeter è il caso classico che vede il 18 con 3.500 franchi mensili di paga che vengono spesi per il leasing per l'auto da 20.000 franchi, i vestiti alla moda e le vacanze.
Sono cambiate anche le voci di spesa: se nel 1960 il 37% del proprio reddito venivano spesi per cibo e bevande, oggi il tasso si è abbassato al 13%.
Le raccomandazioni della Commissione federale per l'infanzia e la gioventù
Demeter è del parere che i giovani dovrebbero essere più informati su cosa si cela dietro gli allettanti messaggi pubblicitari ed è fondamentale permettere loro di avere quegli strumenti necessari per essere dei consumatori attenti e accorti, come per esempio dare a tutti quelle nozioni fondamentali di contabilità che permetterebbero loro di capire cosa vuol dire spendere.
Inoltre è necessaria una campagna governativa che sensibilizzi a un consumo responsabile e invitare le famiglie a educare i propri figli attraverso delle imposizioni che facciano comprendere che senza la fatica del lavoro e del sacrificio non si ottiene nulla e quindi imporre ai ragazzi di far pagare a essi stessi determinate fatture.
Inoltre sarebbe auspicabile che gli istituti di credito finanziassero con una parte dei loro utili conseguiti attraverso i prestiti elargiti i consultori che aiutano le famiglie in difficoltà.
Non demonizzare chi contrae debiti
Tra gli interventi, un rappresentante dei disoccupati invita tutti a non dimenticare anche i molti che contraggono dei debiti per arrivare a fine mese. Infatti sono sempre di più coloro che usano le carte di credito - come per esempio quelle della Manor - per comperare degli alimentari per sopravvivere.
Non bisogna poi dimenticare dell'aumento della disoccupazione giovanile e del precariato che tocca soprattutto i giovani (sono circa il 30% i giovani ticinesi senza occupazione).
Si è anche ricordato il fardello che tocca sempre più famiglie, quello dei premi delle casse malati. Il numero degli insolventi aumenta sempre di più in Ticino e i giovani, se una volta potevano contare sull'aiuto della famiglia, oggi si ritrovano sempre più soli a dovere saldare i premi di cassa malati soprattutto perché sono molte le famiglie in cui si vive il dramma della disoccupazione.
p.d'a.